È possibile? Credo che se esistesse una pillola magica ne saremmo tutti felicemente dipendenti! No, la pillola non c’è… ma non per questo si tratta di un obiettivo impossibile. Molti di noi pensano di non avere problemi con la rabbia, siamo persone serene, non ci arrabbiamo mai (io sono una di queste), al massimo un po’ di frustrazione, ma chi non ce l’ha nella vita… fa crescere (sostituite pure questo pensiero con quello che vi dite voi per giustificare la vostra frustrazione). Quello che ho scoperto nella mia personale esplorazione è che non è vero che non c’è rabbia in me, semplicemente non la manifesto perchè ho un meccanismo di congelamento della rabbia stessa che non me la fa sentire.
Molti di noi fanno questa esperienza, nella nostra cultura la rabbia è “male”, viene socialmente stigmatizzata, fin da bambini diciamo ai nostri figli non fare i capricci…arrabbiarsi non serve a niente…vi riconoscete? E, non fraintendetemi, non son certo qui a dire date libero sfogo alla rabbia, so che ci si fa male. Ma vorrei spezzare una lancia in favore del sentire: sentire la rabbia è ricchezza pura, e farne qualcosa di buono è la nostra opportunità. La rabbia ha in sé l’energia della vita, mi sento arrabbiata perché vedo qualcosa che mi sembra ingiusto, mi sento arrabbiata perché un mio diritto, o quello di qualcun altro, viene calpestato, mi sento arrabbiata perché il mio confine è stato oltrepassato in qualche modo, perché ho consentito anche per amore, o nel nome di ciò che penso sia bene, di dimenticarmi di me o dei miei bisogni.
Il mio ostacolo è proprio autorizzarmi a sentire la rabbia, autorizzarmi a sentirmi arrabbiata, appena c’è il rischio di poterla sentire…metto subito in campo la mia ragionevolezza che tutto accomoda. Certo, perché essere ragionevoli è “bene” nella nostra cultura, ma in questa dicotomia rabbia/male-ragionevolezza/bene perdiamo gran parte del nostro potenziale, almeno è quello che succede a me, perdo molte delle mie qualità e quindi del contributo che posso portare.
Quindi, come trasformare la rabbia, la frustrazione in energia? Ognuno ha la sua via, per quel che riguarda me, sto imparando a riconoscere i segnali di discomfort e a smettere di ignorarli, mettere via bisogni, richieste, visioni, in nome di ciò che è ritenuto ragionevole, opportuno, al limite del “giusto”. E a imparare ad esplorare le infinite altre possibilità che esistono oltre le mie convinzioni preconcette e fidarmi delle qualità che ho, fidarmi di me per esplorare le possibilità che automaticamente non vedo.
Questo è il mondo che voglio contribuire a creare. Un mondo in cui possiamo usare quello che sentiamo, che è tutto buono, per produrre quell’energia vitale che ci spinge a contribuire con tutte le qualità che abbiamo, non solo quella della “ragione”, perché, come dice Pascal: “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Una per tutte: nella mia esperienza cosa voglio, la mia aspirazione profonda, cosa è bene per me, la posso esplorare solo nel mio cuore, non nella mia testa.