Lavorare sull’energia vitale può sembrare un concetto arbitrario o talora anche poco fondato su evidenze scientifiche. In realtà vi sono numerosi studi nell’ambito della psicologia clinica, che sostengono una attenzione profonda al bisogno di una crescita personale che dia modo di superare gli automatismi derivanti da nostre esperienze pregresse che indirizzano le scelte spesso in modo deviato, per rispondere a paure o evitamenti.
Mi sono documentato precedentemente e ho visto che il lavoro di Wilelm Reich sulla bioenergetica e quello dei suoi successori, ha permesso di stabilire una connessione più solida tra lo sviluppo armonico dei processi mentali in unità con la corporeità. Personalmente ho sempre creduto alla visione non-cartesiana dell’essere umano, cioé come una unità e non come un essere scisso tra corpo e mente.
Ora, mi piace poter citare un autore molto riconosciuto in quest’ambito, e conosciuto nei nostri istituti, e nei percorsi “Benessere EOC”, Massimo Bonomelli. Nel suo libro edito con Erica Bassani, “Va bene così” scrive: “la nostra forza interiore -l’energia che ci muove e che noi muoviamo verso le cose del mondo – é qualcosa che possiamo dirigere verso, infatti e proprio ciò che facciamo continuamente. E questa già una definizione di attenzione: la direzione verso cui tendiamo le nostre forze mentali attitudinali. L’attenzione è fatta così, é direzionale. In assenza di tale indirizzo rischiamo di entrare in uno stato di allerta o ansia generalizzata, perché ogni cosa diventa un potenziale pericolo”.
Nella mia personale visione, energia vitale è ciò che, al centro del nostro essere, muove le nostre scelte per portarci a decisioni e azioni coerenti, sia nella nostra vita personale, che nella nostra socializzazione, con conseguenze rilevanti in particolare nel nostro ambito di lavoro.
Per essere utilizzata coerentemente e in modo “non violento” e costruttivo, necessita di un canale sgombro da paure e bisogno di riconoscimento, e nello stesso tempo deve essere guidata dalla nostra volontà e non dal pilota automatico del nostro ego.
Il seminario Forza Vitale e Leadership trasformativa, è stato gestito professionalmente, da facilitatori esperti e formati, con supporti tecnici efficaci. Si è svolto in un ambiente naturale, rilassante e carico di stimoli positivi, nel quale si poteva trovare sufficiente riservatezza ed era possibile esplorare in modo approfondito proprio il tema delle risorse energetiche interiori e del loro ruolo nella capacità di trasformare la relazione con gli altri basandola sulle sincere istanze interiori e non sulle pulsioni dell’ego-sistema.
Il fatto di applicare la bioenergetica, che, a fianco di momenti di analisi teorica dei processi mentali, si basava su attività fisica e meditativa (concentrata in particolare sulle espressioni della corporeità), mi sembra abbia permesso di esplorare il nostro agire volto a noi stessi e agli altri, in un processo armonioso e nel rispetto reciproco. Quindi ha permesso di slegare determinati vissuti da automatismi correlati a nostre sofferenze profonde pregresse. Nello stesso tempo ci ha permesso di rivedere queste ultime in un modo nuovo e trasformativo.
Personalmente ho trovato particolarmente importante il fatto di riuscire a vedere chiaramente come molte delle mie difficoltà siano correlate a costruzioni arbitrarie auto-prodotte, nei confronti di vissuti pregressi, e quindi a slegare i vissuti negativi da responsabilità altrui, pur se esistenti, facendo crescere nello stesso tempo la comprensione per gli altri. Tutto ciò mi ha permesso di alimentare elementi fondamentali costitutivi di compassione (nei confronti dell’altro) e auto-compassione (nei confronti del se).
La presenza di altre persone ha contribuito a farmi sentire parte di un percorso comune e ha creato un senso di conforto e sostegno umano, che mi ha permesso di partecipare al corso con serenità e vivendo momenti di autentica gioia.
Confermo che si è trattato di una esperienza trasformativa e liberatoria, e penso che questa esperienza potrà avere un impatto rilevante anche nelle relazioni con i pazienti, col personale e nella formazione di colleghi più giovani.
Cercherò di praticare ulteriormente nell’intento di mantenere i benefici ottenuti e permettere che questi ultimi favoriscano uno sviluppo di un “me stesso migliore” che sia di giovamento anche agli altri.
Gianfranco Pesce