Credits: Giorgio Trovato
un vuoto tutto per sé

Abbiamo concluso un altro workshop di Padronanza Personale e – come ogni volta – ondeggio tra la nostalgia per tutti i miei compagni di viaggio (partecipanti e facilitatori, con i quali ho condiviso 7 giorni intensissimi) e l’energia alimentata dalla consapevolezza che se metto in discussione le credenze che ho su di me e i meccanismi che metto in atto per “proteggermi”, diventa possibile ciò che era inimmaginabile.

È una vertigine simile a quella che provo un attimo prima di tuffarmi da una scogliera verso il mare aperto: terrorizzante ed elettrizzante allo stesso tempo. Con questa sensazione “adrenalinica” sono pronta a buttarmi, a mettermi in gioco, a sperimentare e a FALLIRE, un verbo per me difficile anche solo da pronunciare.

Constatare che nulla è IRREVERSIBILE, mi mette in una posizione nuova che mi dà il coraggio di osare, pensare in grande e vedere come va. Come va con me stessa (la mia autocritica di solito è implacabile) e con le persone intorno a me (colleghi, compagno, amici, familiari ecc).

Così ho deciso di regalarmi uno spazio di “vuoto” tutto per me. Uno spazio scevro da cose da fare (sono la regina delle check-list) in cui mi concedo una delle domande più difficili per me:

COSA VOGLIO, cosa è importante per me, cosa voglio creare, quale contesto, con chi voglio crearlo, quale voglio che sia il mio contributo, su quali delle mie qualità posso contare?

La meraviglia di questo momento è che mi autorizzo a pensare in grande, a immaginare l’impossibile, la fase della concretezza e della fattibilità arriverà dopo e avrà anche un altro sapore, un “peso specifico” diverso.

Così, il mio suggerimento è approfittare di questo momento di rallentamento collettivo, scandito da mail OoO e foto sui social di luoghi ameni, per regalarsi un “vuoto” tutto per sé da accarezzare e nutrire con i nostri sogni, i nostri voglio.

Tatiana - coach COCREA